Immersione sub Percorsi Corallo Nero La Maddalena - Sardegna


S.Teresa di Gallura

Immersione sub la Maddalena
Immersione sub la Maddalena

Innanzi tutto é necessaria una precisazione relativamente al nome "Corallo nero" utilizzata ormai comunemente e che sta ad indicare non il vero corallo nero, che vive solo nei mari tropicali, ma un Antozoo della famiglia dei Gerardidi, completamente giallo ma così giallo da spiccare vivacemente dal rosso (paramuricee) che solitamente gli fa da contorno.

Non é troppo comune ma ultimamente, forse per la sensibilizzazione dei media, sono state segnalate colonie quasi dappertutto. In Sardegna gli insediamenti più conosciuti sono nel golfo di Congianus (costa Smeralda) a soli -20 m., a Golfo Aranci a- 40, vicino all'isolotto di Serpentara a -36, a Capo Caccia a -50, diversi nell'arcipelago della Maddalena a profondità variabili da -32 a -47, ma il più grande e vistoso si trova a Santa Teresa di Gallura: la nostra meta.La precisa ubicazione é tenuta piuttosto celata forse per motivi commerciali o di sicurezza, anche se ormai con i gps portatili é molto semplice memorizzare, con poco scarto, le coordinate.E' comunque meglio rivolgersi ad uno dei diving della zona che non avranno difficoltà ad accompagnarvi per una splendida immersione.La navigazione da S. Teresa di Gallura è brevissima, si raggiunge una delle tantissime secche (centinaia) della zona, formata, più o meno come le altre, da grossi blocchi granitici che si sollevano da un fondale sabbioso. Una delle caratteristiche di questa area sono le gorgonie bianche (eunicella singularis) che costituiscono vaste praterie partendo da -10/12 metri.In tutta la zona le pareti esposte a nord-ovest sono le più ricche di vita perché, essendo esposte perennemente a correnti e scarsamente illuminate, permettono l'insediamento, a profondità relativamente scarse, di specie che normalmente meglio si adattano a maggiori profondità.La secca è costituita da un grande blocco con le pareti più digradanti verso sud-est e quasi verticali a nord-ovest e si solleva per una ventina di metri dal fondo, solitamente dopo un piccolo percorso sul "cappello" si raggiunge il ciglio e si cala diretti sul ramo di gerardia più grande. Lo si distingue chiaramente già da una decina di metri più in alto, si staglia chiaro rispetto alle scure paramuricee che lo circondano.Quando si arriva a pochi metri (-35) e si accendono le torce, la massa gialla esplode intensamente di luce, quasi abbaglia ed è enorme: diviso in due rami principali ulteriormente e fittamente ramificati. I polipi sono sempre aperti e molto grandi, ad un osservazione accurata si nota che in effetti sotto il rivestimento giallo (cenosarco) leggermente trasparente c'è del nero. Infatti se si dovesse rimuovere tale "guaina" verrebbe fuori un durissimo ramo color ebano che, se accuratamente lucidato, non differisce granché dal vero corallo nero, almeno esteriormente.L'acqua è limpidissima e circola molto pesce, basta dare uno sguardo intorno per accorgersi che le colonie di gerardia si sono diffuse un po dappertutto formando altre quattro colonie complesse e diversi esemplari singoli. Vale la pena di sostare e verificare almeno uno di questi ultimi notando che il "corallo nero", pur essendo capace di costruire un proprio scheletro, preferisce attaccare le paramuricee, uccidendole man mano che cresce fino a rivestirle tutte, poi ingrossandone e allungandone i rami per poi diffondersi alla base rivestendo anche la roccia.E' un immersione unica, affascinante ed interessantissima ma richiede mare calmo e non troppa corrente per essere completamente piacevole.