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Pelagia noctiluca

Pelagia ha uno sviluppo diretto, senza nessuno stadio polipoide, di colore rosa, rossastra o viola, ha un ombrello di circa 10 cm di diametro e i tentacoli, otto in tutto, che possono sfiorare il metro di lunghezza. Il suo veleno è molto urticante anche per l’uomo, infatti Pelagia e la specie che procura più irritazioni ai bagnanti. In caso di contatto con essa e in mancanza di sostanze medicamentose sarà importantissimo ricorrere ad acqua calda in quanto il veleno è termolabile. Al buio emette a volte una luce verde. Presente regolarmente dal 2003, in passato è stata ingiustamente “accusata” di far strage di pesci e larve . Urticante 

Cosa fare in caso di contatto con una medusa Pelagia noctiluca.La prima cosa da fare è mantenere la calma ed uscire subito dall’acqua. Non toccate la zona colpita. Lavare la parte interessata con acqua di mare. Rimuovete i filamenti della medusa se ancora presenti. Evitate l’acqua dolce, potrebbe aumentare i sintomi. Mantenete la zona colpita all’ombra per evitare cicatrici future. Se la medusa che vi ha urticato ha colpito una piccola zona ed il sintomo è solamente un bruciore recatevi alla farmacia più vicina ed acquistate un gel astringente al cloruro di alluminio che lenisce il prurito, blocca l’espansione ed assorbe gli essudati delle vescicole. Se invece la medusa è entrata in contatta con una parte più ampia recatevi ad un pronto soccorso. Non esitate soprattutto in casi di sudorazione, nausea, difficoltà nella respirazione e/o svenimento. Fonte del testo: ilgiornaledeimarinai. Della foto non ricordiamo la fonte.


Barchetta di san pietro

Barchetta di San Pietro (Velella velella)

Nota anche come barchetta di San Pietro, è una medusa appartenente al pleuston, ovvero a quel gruppo di organismi che vivono all’interfaccia acqua-aria e comunque entro i primi 10 cm. Non si tratta di un singolo individuo ma di una colonia natante di Idrozoi, che comprende individui polipoidi e medusoidi. Il diametro del disco è di 7 – 8 cm circa, ed è sormontato da una prominenza a forma di vela di natura cornea. Se rovesciate, sono molto rapide a riacquistare la giusta posizione. Il vento può spingerle sottocosta, dove spesso si trovano spiaggiate, alla fine del loro ciclo vitale. Spesso sui frammenti galleggianti di questo animale coloniale, è possibile osservare il Cirripide Lepas anatifera. Non urticante.

Fonte del testo: ilgiornaledeimarinai